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(Politica e Sanità) Legge 104, benefici diversi a seconda della tipologia di medico. Ecco il quadro

 

Da disabili o da caregiver di disabili, i medici sono divisi in tre: gli ospedalieri hanno i benefici dei dipendenti, in particolare nella Pubblica Amministrazione, inclusa la legge 104; i medici di famiglia hanno diritto a un'indennità Enpam che li distingue dai liberi professionisti (ma ora c'è qualcosa anche per questi ultimi) ma non si parla in convenzione di legge 104 per assistere i familiari o fruire di benefici personali come disabili; gli specialisti ambulatoriali hanno diritto ai benefici della 104/92 -fino a tre giorni di permesso per assistere il familiare disabile - ma paradossalmente non per se stessi!

Ricordiamo che per la legge 104 al dipendente disabile in situazione di gravità spettano, in alternativa, riposi orari giornalieri di 1 ora o 2 ore a seconda dell'orario di lavoro o tre giorni di permesso mensile (frazionabili in ore). Ai genitori di figli disabili sotto i 3 anni spettano in alternativa o i 3 giorni di permesso mensili (pure frazionabili in ore) o il prolungamento del congedo con diritto ad un'indennità pari al 30% della retribuzione o permessi fino a 2 ore al giorno. Da 3 a 12 anni spettano i 3 giorni di permesso mensili, pure frazionabili in ore o il prolungamento del congedo parentale. Oltre i 12 anni ci sono i 3 giorni di permesso. Che spettano a genitori, coniuge, parenti ed affini entro il 2° grado (il 3° se il paziente non è ricoverabile a tempo pieno, né altrimenti assistibile). L'handicap lo accerta la commissione Asl e la domanda per ottenere la visita si fa all'Inps cui si presenta un certificato del medico di famiglia redatto in libera professione.

I benefici sono sovvenzionati da Inps, la legge si applica dunque alla dipendenza pubblica e privata che fa riferimento all'ente pensionistico nazionale. Possono fruirne medici dipendenti pubblici e privati ed infermieri. Non sono interessati i medici di famiglia e liberi professionisti, i pediatri ed i lavoratori autonomi in ambito Enpam. Tuttavia la legge 104 è menzionata all'articolo 32 dell'ultimo accordo nazionale degli specialisti ambulatoriali, parte normativa, del 2015, in cui si consente di assentarsi per fruire dei "permessi di cui all'articolo 33 comma 3 della legge", in proporzione all'impegno mensile, se il convenzionato è occupato a pieno regime scattano i tre giorni. Con due limiti, però, come spiega Danilo Mazzacane di Cisl Medici Lombardia. «Rispondendo a un interpello, la Sisac ha spiegato che gli stessi specialisti ambulatoriali, a differenza dei medici dipendenti, non possono né fruire dei permessi della legge 104 per se stessi, visto che è citato solo l'articolo sui congedi dei parenti, né fruire della legge 53/2000 che consente di assentarsi fino a 3 giorni per decesso o infermità del coniuge o parente stretto; in caso d'infermità, a comprovare il motivo dell'assenza basta la documentazione specialistica o relativa al ricovero; in caso di decesso del congiunto dobbiamo prendere un giorno di ferie». Che per lo specialista sono retribuite. «Il nodo è proprio questo, stiamo andando verso un contesto di tutele tipico della dipendenza ma ancora vigono per noi limiti da libera professione. Il risultato è un "ibrido" che ci vorrebbe solo un minimo sforzo economico per superare».

I permessi ex legge 104 non pregiudicano gli impianti che ciascuna categoria si è costituita per affrontare l'invalidità, la malattia lunga propria e la disabilità del familiare. Ricordiamo in particolare che l'Enpam eroga coperture per l'inabilità temporanea del medico di famiglia e del libero professionista quota B e per assistenza domiciliare. Più come casi particolari come l'erogabilità dell'indennità di maternità al padre medico non soltanto quando è rimasto solo ma anche quando debba assistere la consorte molto malata.

 

FONTE: Doctor33.it
 

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