(Politica) Al via Congresso SItI. Crisi economica, invecchiamento e situazione Ssn al centro dei lavori
"I primi 40 anni del Servizio sanitario nazionale: il contributo dell'igiene alla salute e all'equità" è il titolo del 51esimo congresso della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI), in programma a Riva del Garda, in provincia di Trento, dal 17 al 20 ottobre.
Come anticipa il presidente SItI Fausto Francia, si prenderà spunto dalla storia e dai numerosi importanti anniversari che ricorrono quest'anno per proporre indirizzi per il futuro della sanità italiana: «Festeggeremo una serie di ricorrenze, dai 40 anni del nostro Sistema sanitario ai 40 anni della legge Basaglia che è nata proprio in Triveneto, ai cento dalla fine del primo conflitto mondiale che anch'essa è stata particolarmente cruenta nelle zone in cui si svolge il Congresso e che ci ha insegnato molto in termini di interventi di sanità pubblica in situazioni di grandi difficoltà della popolazione».
Anche nei tempi che stiamo vivendo, Francia ravvisa vere e proprie emergenze: «i temi del congresso costituiscono una riflessione su come aiutare il Servizio sanitario nazionale a fare altri quarant'anni di vita, perché le minacce sono tantissime».
SItI ne ha individuate almeno tre. «La prima - elenca il presidente - è legata ovviamente ai fattori di crisi economica; oggi si parla di "non togliere euro al Ssn", quando noi sappiamo bene che se vogliamo mantenere il medesimo livello di copertura bisogna riconoscere almeno una rivalutazione in base alla svalutazione che ogni anno è di circa il 2%. Il secondo fattore è il ben noto, ma non semplice da affrontare, invecchiamento della popolazione, con l'80% della spesa sanitaria destinata alle persone che hanno più di 65 anni. Infine, Francia denuncia il rischio di perdere l'universalità del Servizio sanitario, «perché sono in arrivo nuove cure e strumenti di diagnosi costosissimi, e non vorremmo che portassero a fare delle scelte difficili da un punto di vista etico riguardo a chi indirizzare queste nuove terapie e possibilità diagnostiche, stabilendo delle priorità tra gruppi di popolazione, questo è un elemento che ci preoccupa molto».
Il presidente SItI ricorda alcuni degli studi che confermano la situazione descritta, in particolare uno condotto da The EuropeanHouse-Ambrosetti, che ci informa del fatto che gli italiani si collocano in cima alle classifiche per speranza di vita molto lunga, ma che le cose cambiano se si considerano gli anni trascorsi in buona salute. «Statisticamente, già vent'anni prima della morte, intorno ai 62, 63 anni, si cominciano a manifestare malattie croniche. Nel nostro Paese, quasi 21 anni sono vissuti in non buona salute, rispetto agli 8,7 della Svezia. Quindi - conclude Francia - se riusciremo a mettere in atto politiche di empowerment dei cittadini promuovendo scelte salutari individuali, se potenzieremo le vaccinazioni, gli screening, la lotta all'antibiotico-resistenza, la protezione dagli agenti chimici e fisici ambientali, contribuiremo ad aumentare il numero di anni vissuti in buona salute e avremo centrato il nostro obiettivo».
FONTE: Doctor33.it