Manovra economica al via, risorse su fondo sanitario per convenzioni e contratti
Primo via libera ieri sera in consiglio dei ministri per la manovra economica, che stanzia i fondi per gli aumenti di convenzioni e contratti. Il costo dei rinnovi si quantificherebbe in circa 600 milioni tra medici convenzionati e personale ospedaliero. Il governo vara in parallelo un decretone fiscale per spiegare a Bruxelles e agli italiani da dove prende il denaro per finanziare le nuove misure. Tutto da presentare alle Camere entro venerdì. Contratti- I 600 milioni, come ha rilanciato in una recente intervista il presidente del comitato di settore delle regioni Massimo Garavaglia, si aggiungerebbero al miliardo di aumento previsto per il Fondo sanitario 2017, peraltro già "tosato" proprio di 600 milioni che le regioni a statuto ordinario si sono dovute sobbarcare a titolo di contributo alla finanza pubblica in quanto le regioni a statuto speciale non erano tenute ad intervenire. Contratti e convenzioni sono finanziati dal Fondo sanitario, ma il salvadanaio dovrebbe essere riempito con parte di un altro salvadanaio, questo sì previsto in Finanziaria, e cioè i 2,6 miliardi per il 2018 e i 3 per il 2019 e 2020 destinati ad aumentare le risorse per tutto il pubblico impiego.
Riduzione delle tasse- Il governo pensa di sostituire con interventi di contrasto all'evasione (specie dell'Iva) le clausole di salvaguardia che avrebbero aumentato l'Iva (sui servizi dal 22 al 25%!). Si aspettano dettagli sulla riduzione di Ires ed Irpef ai lavoratori con remunerazioni basse e sulla cancellazione della componente Irap sul lavoro dipendente e sull'eliminazione di Tasi ed Imu sui terreni agricoli. I 3,5 miliardi previsti per coprire i minori esborsi per gli italiani arriverebbero da tagli ai trasferimenti statali ed ai ministeri. Altri 5,1 miliardi verrebbero dalla lotta all'evasione e dalla web tax, che però nel testo del governo non ci sarebbe (si parla di introdurre in parlamento con emendamenti pure i correttivi allo spesometro e le misure contro i professionisti sprovvisti di lettore bancomat Pos). Sul fronte-assistiti, la maggioranza in una risoluzione chiede al governo di abolire o rimodulare il superticket ma di misure concrete nel testo non ce ne sono. Incentivi alle imprese- Il governo appare orientato a confermare la possibilità di dedurre dal reddito gli acquisti di strumentazione per imprese e studi professionali per più del loro valore (super ammortamento ma non più al 140% e iper ammortamento per le rivoluzioni tecnologiche).
Lavoro- Per promuovere l'occupazione, lo stato si sobbarca parte degli oneri contributivi delle imprese. Si stanziano 338 mln nel 2018, 2,16 miliardi nel '19 e 3,9 nel 2020 ma solo per contratti a tempo indeterminato e in particolare mirati ai giovani (under 32 o under 35). Per i lavoratori autonomi e le imprese si pensa a uno slittamento dell'obbligo di fattura elettronica. Per la formazione digitale in ballo un credito d'imposta al 50% a chi la offre ai dipendenti. Contrasto alla povertà- Altri interventi sosterranno i redditi delle famiglie più povere. Per finanziare il nuovo reddito di inclusione ci sono 600 milioni in più nel 2018, 900 nel 2019 e 1,2 miliardi nel 2020. Pensioni - Altro orientamento del governo: consentire uno sconto di sei mesi per figlio alle donne che vorranno andare in pensione con 63 anni d'età e 30 di contributi con Ape Social, per assistere un familiare o per invalidità o stato di disoccupazione persistente; o con 63 anni e 36 di contributi se infermiere Ssn, lavoro considerato usurante. Tutti i fruitori di "Ape social" devono aspettarsi una pensione da meno di 1500 euro lordi annui.
Fonte:DoctorNews33