Il total reward che vuole sostituire l’articolo 32 della Costituzione

- Il principio lavorista
Il principio lavorista, come è noto, è alla base della nostra Costituzione esso sostiene che il lavoro è il fondamento dello Stato e della convivenza sociale.
A tutta prima sembrerebbe quindi che il Jobs act sia in linea con la Costituzione essendo, a partire dal nome, a sua volta centrato sul lavoro.
Che sia centrato sul lavoro è innegabile ma c’è modo e modo di centrare delle norme sul lavoro perché c’è modo e modo di considerare il lavoro.
Infatti tra Costituzione e Jobs act vi sono molte differenze:
· il lavorismo della costituzione non crea contraddizioni sociali, etiche, culturali perché su di esso si fonda la sanità pubblica cioè il diritto alla salute
· l lavorismo del Jobs act ,con le mutue aziendali, con tutto quello che comportano produce contraddizioni a non finire crea ingiustizie sociali, diseguaglianze e cancellazione dei diritti.
La costituzione attraverso il principio lavorista vuole fare esattamente il contrario del Jobs act
· il lavoro per la Costituzione serve a produrre eguaglianza, democrazia, diritti e quindi convivenza sociale
· per il Jobs act serve a produrre ricchezza anche pagando il prezzo di diseguaglianze, diritti speciali, iniquità.
- Costituzione e Jobs act
Il lavoro, nella Costituzione, si pone nettamente in antitesi con i valori liberali ritenuti centrali negli ordinamenti precedenti, come ad esempio la proprietà privata, il censo, la classe di appartenenza, la sua riduzione a merce. La grande novità della Costituzione è che questi valori non spariscono certo ma non sono più predominanti come erano prima. Il Jobs act, al contrario, pensando di aumentare gli investimenti riduce il lavoro a costo e a profitto e fa di questa riduzione la base della sua politica di crescita economica per di più usa le mutue come indicatore di censo e quindi come categoria sociale per attribuire in modo corporativo particolari diritti come quelli alla “protezione” dalla malattia.
Per il Jobs act il lavoro in particolare è:
· una prerogativa della classe lavoratrice
· un fatto interno all’ impresa
· una questione solo economica
· oggetto di politiche flessibili
· una questione contrattuale
· un costo da governare fiscalmente
Questo apparato concettuale si riverbera nella “mozione Renzi” fino a ridurre il lavoro a reddito facendolo diventare la vera fonte di diritti particolari:
· è dall’economia, quindi dal lavoro, che devono derivare i diritti ,
· chi lavora ha diritto ad una protezione particolare,
· con il lavoro si comprano le tutele
In modo diametralmente opposto la Costituzione intende il lavoro prima di tutto:
· come una centralità antropologica etica e economica
· un titolo di appartenenza ad una comunità sociale e ad una cittadinanza
· un mezzo attraverso il quale realizzare un'uguaglianza di fatto, fondata sull'equa ripartizione dei beni e delle ricchezze tra tutti i membri della collettività
- Il primato dell’economia sul sociale
In sintesi la grande differenza tra la Costituzione e il Jobs act è che:
· nel dettato costituzionale il concetto di lavoro è visto nella prospettiva di dare al sociale un primato sull'economico
· nel Jobs act è il contrario cioè l’economico riprende il suo primato sul sociale diventando la fonte di tutto financo dei diritti.
Il Jobs act traduce questi postulati in una serie di norme (richiamate nei precedenti articoli) che sono la perfetta proiezione ortogonale di una certa filosofia lavorista:
· Il lavoro al centro quindi fonte di nuovi diritti
· il lavoro va sostenuto con una efficace riduzione delle tasse
· tutelare l’impresa riducendo il carico fiscale sul costo del lavoro.
Senza questi postulati lavoristi non si avrebbero le mutue aziendali.
- Total reward
La nuova ideologia è quella del “premio totale” (total reward).
Vediamolo meglio pescando dalla copiosa letteratura dei consulenti per le strategie di impresa (Skill consulenze):
· il sistema di total reward rappresenta l’insieme dei sistemi di retribuzione adottati dall’ impresa, con il fine di attrarre e trattenere le persone motivandole e orientando i comportamenti verso i risultati attesi.
· un sistema efficace di total reward incide fortemente sulla motivazione e sull’efficienza delle persone.
· la costruzione di un piano di reward prende avvio dallo studio dei sistemi presenti, con l’obiettivo di intervenire sugli aspetti di debolezza ed enfatizzare i punti di forza e definire un piano che sia in linea agli obiettivi aziendali e bilanciato fra valore generato per l’azienda ed aspettative dei dipendenti.
Se questo è il total reward allora le mutue aziendali non sono altro che degli strumenti messi al servizio di una strategia di impresa che altro non è se non HRM. Cioè Human Resource Management.
Le mutue aziendali (welfare on demand) in una strategia di total reward sono dei benefit per gestire meglio le risorse umane al fine di ottenere più efficienza nella gestione dei costi del personale. Questo affiancato da una batteria di incentivi fiscali tesi a far crescere il reddito di impresa, costituisce una miscela potente sul piano dell’economia ma fatale su quello sociale.
Il modello del total reward è il figlio naturale da una parte delle trasformazioni che hanno interessato l’economia (globalizzazione, competizione, acquisizioni e fusioni, instabilità dei mercati ecc) e dall’altro della necessità di ridefinire la redistribuzione della ricchezza tra economia e società quindi di ridefinire il welfare pubblico nel nostro caso la sanità pubblica e la società dei diritti.
Con le mutue aziendali (welfare on demand) si fa quindi un salto perché nel clima creato dal total rewuard non ci si limita più a spiegare le cause del comportamento dei lavoratori cercando di gestire le loro conseguenze sulla produzione, ma l’attenzione del management si estende a procurare all’impresa vantaggi competitivi nei riguardi dei competitor sapendo che la strada da percorrere è la valorizzazione delle risorse umane.
Ecco perché il lavorismo del Jobs act è così diverso da quello della nostra Costituzione ed ecco perché nel Jobs act il lavoro è un valore interno all’impresa mentre nella Costituzione il lavoro è un valore interno ed esterno cioè con un valore economico e sociale.