Stiamo vivendo appieno la trasformazione delle nostre Residenze, che lentamente stanno lasciando alle spalle la funzione di Casa di Riposo, per diventare a pieno titolo Residenze Sanitarie Assistenziali. Il cambiamento è epocale, perché la maggior parte del nostro personale non è ancora pronto
al passaggio da struttura socio-assistenziale a struttura sanitario-assistenziale, e non è solo un problema del personale addetto all’assistenza, ma soprattutto di quello dirigenziale, che si trova di fronte ad una nuova sfida, con meno risorse economiche e circa il doppio degli adempimenti amministrativi rispetto al passato. Durante questa fase di mutamento, la Regione Piemonte non è riuscita a stare al passo del contesto nazionale, rimanendo ancorata ad una legislazione sull’accreditamento del 2009: l’impegno dell’Amministrazione regionale si è doverosamente concentrato sul problema
principale del piano di rientro, che oggi si può dichiarare sostanzialmente risolto. Nel contempo, il legislatore nazionale ha definito l’applicazione del risk-management nelle R.S.A. con la legge 208 del 2015, e, successivamente, con la legge Gelli-Bianco del 2017, ha introdotto delle novelle in ambito della responsabilità civile da parte delle strutture socio-sanitarie. In entrambe le norme, assumono un ruolo centrale le linee guida adottate dalle R.S.A., che diventano una delicata linea di confine fra comportamento lecito ed illecito. La definizione e l’implementazione delle linee guida sono una competenza esclusiva della dirigenza della R.S.A., che deve agire in un contesto dove la co-morbilità dell’anziano non autosufficiente, e la responsabilità multi-professionale delle diverse figure professionali coinvolte nel PAI, rappresentano un ulteriore elemento di criticità organizzativa.